Eventi e spettacoli


La natura dell’ osteria jazz club “Quattroventi” risulta evidente appena si varca l’ingresso.  Dallo stile rustico, con colori caldi, traspare la sua essenza di cultura rurale .  L'idea della creazione di questo locale  scaturisce  dalla volontà di far conoscere a tutti la nostra cultura contadina, attraverso l’interpretazione delle tradizioni culinarie del territorio,  alle quali si accompagna l’offerta di spettacoli,  con artisti locali e non, che spaziano  nella complessa realtà culturale della vita contemporanea. E' nata così l’ osteria jazz club “Quattroventi”, locale che vuole diventare il luogo d'incontro tra artisti e chiunque sia interessato ad approfondire e conoscere questo mondo. Quest’anno la nuova rassegna propone :
Venerdì 17 Febbraio Mimmo Cavallo unplugged live per “m ‘illumino di meno”
  MIMMO CAVALLO – L I V E  Unplugged  -
presentazione del cd “Quando saremo fratelli uniti” di Mimmo Cavallo e letture a cura di Leo Tenneriello di alcune pagine del libro “Terroni” di Pino Aprile a cui il cd è ispirato.
Mimmo Cavallo è un grande cantautore con un passato di importanti successi personali (Siamo Meridionali, Uh Mammà, Stancami stancami musica, ecc.) e autore per Zucchero (la hit di questa estate “Vedo Nero”), Mia Martini, Gianni Morandi, Fiorella Mannoia, Loredana Bertè, Ornella Vanoni e tanti altri. Oggi sta vivendo uno splendido presente fatto di canzoni importanti e di denuncia legate all'opera di Pino Aprile “Terroni”.
Leo Tenneriello, coautore di due dei brani dell'ultimo cd di Cavallo nonchè di quattro precedenti lavori discografici, leggerà alcuni passi del best sellers di Pino Aprile.
Insieme, per dare valore alla storia del mezzogiorno, ripercorreranno le vicende dell'unità d'Italia (dell’occupazione del sud) vista dalla parte dei meridionali in "musica e parole" con l’intento dichiarato di Cavallo di “togliere il burka alla retorica del Risorgimento assunta come un precipitato di pillole: è una fede che non risponde alle domande, ma le evita, glorificando i patrioti come apostoli. C'è il rischio che in questo periodo in cui si fa il lifting ai personaggi più discutibili della nostra storia si faccia il lifting anche alle idee. Non ci vogliamo contrapporre a nessuno, ma solo tirare acqua pulita dal pozzo della memoria”.  
Domenica 26 Febbraio SocItalia La storia d'Italia soffocata in 5 fasi
Reading di teatro d’informazione
di e con Giulio Bufo
C'è un filo storico che collega l'incontro di Teano (26 Ottobre 1860) e la fine del fermento del movimento dei movimenti (2002)? C'è un filo storico che collega il biennio rosso (1919-1920) e la costituzione "carta straccia"? C’è un filo storico che unisce il fallimento del CLN e la morte di Pasolini? C’è un filo storico che unisce Portella delle Ginestre all’omicidio Impastato? Questo è quello che cerco di spiegare in questa breve performance-reading, aiutato da testi di autori come Pasolini, Gaber, Del Re e brani musicali storici utili a sottolineare le 5 fasi (Teano, Biennio Rosso, CLN, 68-77, movimento dei movimenti) in cui ho divisa la storia d’Italia. In circa tre quarti d'ora si sviscera la storia nascosta di un unità d'Italia forzata, quella storia che spesso oltre i libri di scuola, bisogna leggere tra le righe.
Per tale reading sarebbe interessante che gli organizzatori invitino uno storico del novecento al fine di poter sviluppare una discussione con il pubblico nel post spettacolo.
Il reading attualmente sta girando la Puglia ed ha già avuto 20 date da San Giovanni Rotondo (Foggia) a Tricase (Lecce).

Mercoledì 7 Marzo EVENTO SPECIALE INTERNAZIONALE  PARIS JAZZ QUARTET
ANNA KORBINSKA sax alto e voce (Parigi)
LARRY FRANCO pianoforte e voce
ANTONELLA MAZZA contrabbasso e voce (Parigi)
ENZO LANZO batteria e voce
Questo nuovo e inedito quartetto messo insieme da Larry Franco, che sarà ospite del prossimo Fesival Jazz di Ascona in Svizzera a giugno prossimo come uno degli eventi più importanti, propone classici Internazionali e brani Italiani di jazz classico, mainstream e tradizionale rivisitati in chiave jazz e presentati in una veste nuova ed accattivante, impreziosita dalla presenza delle due straordinarie e bravissime "Jazz Ladies" da Parigi insieme a Larry Franco ed Enzo Lanzo.



Venerdì 9 Marzo “Solo..ma non solo” Goran Kuzminac Live
Attualmente in tour in doppia  versione, SOLO ACUSTICO  ed ELETTRICO LIVE, accompagnato sul palco da 2 musicisti di fama nazionale PAOLO GIOVENCHI e STEFANO PARENTI (rispettivamente chitarrista e batterista di Pino Daniele, Francesco De Gregori, Fiorella Mannoia, e tantissimi altri). Il tour sta registrando il tutto esaurito nei  teatri e pub. Tra le tante tappe di questo lungo tour si è registrata la presenza di 10.000 persone a Minturno, altrettante a Milazzo, e doppi sold out a Trento, Vicenza, Bari, Andria, Cles.

Domenica 18 Marzo Uno spettacolo teatrale di origini Irpine.
(vincitore del bando nazionale Holden promosso dalla scuola Holden di Barricco: Home festival Bisaccia)
di Ermanno e Gaetano Battista
Adattamento e regia   Marco Luciano
Con Gaetano Battista
 … “Cammino fra queste strade. Saluto i conoscenti, i vecchi amici. Osservo queste vecchie case. Questa. La mia. Dopo tre lunghi anni! Tornare qui mi riporta indietro nel tempo. Cammino, immerso nei miei pensieri, un piccolo bambino che qui giocava con gli amici del paese, che qui commetteva le sue “cattiverie”. Tornare dietro nel tempo. Quanti ricordi sono legati a questo posto, ad ogni singola pietra che c’è su questa strada! E nessuno potrà mai cancellarli…”Candido Scoppettuolo. Una riflessione, un lapsus, un’idea. Un lampo e uno spaccato di vita muta , taciuta,… lo sforzo di una vita “normale”. Un tunnel che si mangia la coda, una storia raccontata ciclicamente quasi fosse un quotidiano rito domestico… il ricordo di una vita .Candido,  muratore, 29 anni. Del sud. Irpino.Scomparso in circostanze sconosciute.

Domenica 1 Aprile LA    STAGIONE     DEI       FINOCCHI
(versione senza titoli di inizio e di coda )
soggetto e sceneggiatura : ALESSANDRO   ZIZZO
regia: ALESSANDRO  ZIZZO
durata: 23 min. anno di produzione : 2011 ( cortometraggio ancora inedito )
produzione:  Laboratorio Urbano " In punta di piedi" e "southclan arts"
attori principali : Giorgio Consoli, Anna Ferruzzo, Tommy Lacalamita, Alice Bachi.
direttore della fotografia: Emanuele Rametta
aiuto regia: Irene Campana  e   Fabrizio Manigrasso
musiche originali: Leitmotiv e Cosimo Romano
Omar Zullo (Giorgio Consoli), precario con in tasca una laurea in filosofia con 110 e    lode, viene spinto da sua madre (Anna Ferruzzo) a partecipare a un casting per un noto reality televisivo: "La casa". In una sala d'attesa, mentre attende il suo turno per fare il provino, Omar si troverà di fronte dei personaggi bizzarri, dei veri e propri "animali sociali",  disposti a fare qualsiasi cosa pur di diventare dei "personaggi televisivi." Tra tutti spiccherà Mario Panico, al suo decimo anno di provino.Il titolo "La stagione dei finocchi" prende spunto dall'espressione "lasciarsi infinocchiare". Espressione che prende origine dall'abitudine che  avevano i cantinieri di offrire spicchi di finocchio orticolo a chi si presentava per acquistare il vino custodito nelle botti. Il grumo contiene infatti sostanze aromatiche che rendono gustoso anche un vino di qualità scadente. Così come i clienti si lasciavano infinocchiare dai cantinieri che vendevano loro un vino scadente, allo stesso modo le gente oggigiorno si lascia infinocchiare da prodotti televisivi decisamente scadenti

Venerdì 13 Aprile LEOTENNERIELLO
“BASTA PAGARE“ LIVE UNPLUGGEDStorie di vita e di amori; poesie e canzoni, famose e non, frammenti mitteleuropei e mediterranei; suoni acustici ed elettrici; loops e disincanti ad occhi chiusi e sogni ad occhi aperti.  Su tutto il bisogno di ripensare e ricordare per cercare un senso al tempo che abitiamo.Concerto acustico di Leo Tenneriello per presentare il suo ultimo cd Basta Pagare, in vendita su tutti i principali stores musicali dalla Believe Digital, leader Europeo nella distribuzione.Durante il live Leo si “racconta” attraverso i suoi brani e alcuni importanti successi dei Grandi Cantautori Italiani che sono stati la colonna sonora della sua vita artistica. Leo, apprezzato da pubblico e critica, ha ricevuto diversi riconoscimenti ed ha suonato in diverse città italiane (ha aperto concerti per Mariella Nava, Pacifico, Max Gazzè) e le sue canzoni sono state programmate su diverse radio nazionali. Ha all’attivo tre album, un EP, un libro "Metamorfosi e fuga" edito da Il Raggio Verde srl e una pubblicazione “Individuo, Massa e Potere” su Democrazia e Diritto edita da Franco Angeli Editore. Inoltre, nel cd di recente pubblicazione di Mimmo Cavallo “Quando saremo fratelli uniti”, edito da EDEL Italia, sono presenti due suoi brani (Voglio bene all’Italia e Siamo Briganti), come pure nello spettacolo teatrale “Terroni”, tratto dal successo editoriale di Pino Aprile, presentato in tutte le principali città italiane.

Domenica 22 Aprile Mitakuye oyasin (Siamo tutti fratelli)
Omaggio ai cari fratelli pellerossa
Con i murattori di Positano
Una porta si apre . Appare un raggio di luce. Quel raggio ti comunica una via, un nuovo sentiero da percorrere. Dentro c’è un risveglio, una curiosità di conoscere quella civiltà che ha lasciato un segno nella storia , ti specchi e ti ci ritrovi in molte cose. Nel pensiero, nell’anima, nello stile di vivere , di vedere le cose. Capisci che quella civiltà ti appartiene. Quello che stiamo tentando di fare è proprio questo condividere il pensiero dei nostri cari fratelli pellerossa :” Noi sappiamo una cosa che l’uomo bianco forse un giorno scoprirà: il nostro Dio è lo stesso Dio.” Condividere  pensieri che i nostri cari fratelli pellerossa ci hanno lasciati, col sacrificio , con l’ingiustizia subita. Una civiltà basata sull’amore, sul rispetto seminato  e sull’ uguaglianza. Questo tenteremo di spiegare . Questo è quello che sentiamo di fare, sarà  anche per una scelta spirituale o di scoperta di nuova identità in cui ne sentiamo il bisogno e la necessità di raccontare chi erano veramente i nostri cari fratelli pellerossa.  Qual è la prima frase che accosterei a questo grande popolo? “Perle di saggezza”. Quale citazione  mi verrebbe di fare  a loro? "La mia mano non è del colore della tua, ma se mi pungo uscirà sangue e sentirò dolore.Il sangue è dello stesso colore del tuo, Dio mi ha fatto e sono un uomo".

 

Venerdì 11 Maggio Mino De Santis, l'ultimo lavoro si intitola "Scarcagnizzu"

Il successo meritato della pizzica che viene considerata ormai la colonna sonora di tutte le cartoline del Salento e viene conosciuta e ballata dappertutto, ha messo un po’ in ombra la produzione della canzone popolare dialettale leccese e salentina. Negli ultimi tempi, però, prima sommessamente, poi accompagnata da un consenso sempre crescente è venuta fuori la voce e la produzione di Mino De Santis, di Tuglie.Il successo del suo “Scarcagnizzu” oltre ad essere una testimonianza della qualità di un approccio singolare al dialetto, si pone come un punto fermo nel percorso della canzone popolare salentina. D’ora in avanti chi si accingerà a scriverne la storia dovrà fare i conti con lui e con la sua produzione.E non è  questione di una voce che al primo impatto ti costringe a “sentire” non solo con le orecchie, è quella fusione inscindibile e necessaria tra musica e testo che si scambiano dignità non prevalendo l’una sull’altro. Se poi uno coglie  le contaminazioni  musicali con De Andrè, Paolo Conte e Capossela, intervengono subito i temi dei testi a richiamare l’attenzione e a far drizzare le antenne. Nei suoi testi il dialetto acquista  tutta la  forza descrittiva a volte di situazioni e realtà passate, ma che sono metafore del presente.Non c’è nostalgia, né rimpianto del passato e delle sue tradizioni. La denuncia, che non è un tema molto frequentato dalla canzone salentina, si carica in lui di ironia che è tanto più feroce quanto più viene espressa con leggerezza. Ma appunto per questo colpisce di più.Nel suo canto anche alcuni toni  duri della lingua  diventano dolci e il dialetto, che non è quello di un singolo paese ma è quello generalmente  salentino, si apre facilmente il varco alla comprensione anche di chi non è di queste parti. D’altronde non ascoltiamo con piacere il genovese di De Andrè? Va ascritto anche un altro merito alle canzoni di De Santis: il superamento di quello che è ormai un luogo comune cioè che la canzone dialettale sia espressione  delle classi subalterne. È stato in passato così, ma adesso non più, lo era soprattutto per tutta quella produzione spontanea che nasceva e si rinnovava a seconda delle occasioni: nascite, innamoramenti, morti, ecc.La musica popolare in vernacolo, infatti,  e non solo quella salentina è legata alle culture regionali e sub regionali, espressione di quella società agricola che allo stato “originale” in realtà è rimasta soltanto in pochissimi casi. Il processo di industrializzazione da una parte e dall’altra una non accettazione e difesa delle proprie origini hanno tenuto ai margini tutta una produzione musicale spontanea. Per fortuna le tracce non si sono perse  e negli ultimi decenni il recupero delle tradizioni popolari, tra cui quella musicale occupa un posto importante, ha permesso di definire un quadro completo dei generi.È una produzione variegata che comprende ninne nanne e canti funebri, serenate e mattinate, storie e leggende in musica mille volte rinnovate dalla fantasia e dalla sapienza di chi le cantava. Una caratteristica infatti di questa produzione è l’improvvisazione per cui i testi sono soggetti ad un continuo e diversificato ri-uso. Di alcuni canti, per esempio, rimane solo l’idea originale, il nucleo che viene poi ripreso e adattato alle circostanze e ai tempi diversi. Si tratta di una produzione tramandata oralmente di cui non si conoscono gli autori perché il ruolo più importante era di chi cantava e adattava i testi.Accanto alla  tradizione più schiettamente popolare c’è la canzone d’autore leccese la cui nascita ha una data, il 1921, un cantante, Tito Schipa, una canzone “Quandu te llai la facce la matina”  che insieme a “Arcu te Pratu” è diventata l’inno della cosiddetta leccesità. Ma non si può dire che la canzone portata in tutto il mondo da Schipa abbia origine salentine perché si sa con certezza che non c’è regione italiana in cui una Nina, Ninetta o Rosa o Maria non venga invitata a non buttare l’acqua con cui si lava al mattino.Ora c’è”Salentu”di De Santis, una nuova “cartolina”. C’è sempre il sole, il mare, il vento, ma c’è altro, tanto altro.



Domenica 20 Maggio Un attore contro: Gian Maria Volontè di Ferruccio Marotti
Il film ricostruisce il fascino di un attore e di un uomo che ha influenzato profondamente la sua generazione.Come ebbero a dire Orson Welles e Ingmar Bergman, uno dei maggiori attori del mondo. Gian Maria Volonté resta il simbolo di una stagione felice del nostro cinema, quella che ha legato l’arte all’impegno. Scontroso, lontano dal mondo dello show business, Volonté è stato un artista del tutto particolare, profondamente calato nel ruolo dei personaggi, nel bene e nel male, e convinto che praticare l’arte e trasformare il mondo siano cose collegate.
Dagli spaghetti-western di Sergio Leone al grande cinema sociale con Elio Preti e Francesco Rosi (Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, La classe operaia va in paradiso, Il caso Mattei) fino all’immedesimazione scenica con Aldo Moro e con gli eroi di Leonardo Sciascia (A ciascuno il suo, Todo modo): un attore che ha raccontato la rabbia e il dramma di un’Italia in trasformazione in cui tanti spettatori si sono identificati.E’ un film di Ferruccio Marotti di 111 minuti e presenta, oltre a spezzoni tratti dal cinema di Volonté, le testimonianze di registi, sceneggiatori, direttori della fotografia, produttori e amici che ricostruiscono il fascino di un attore e di un uomo che ha influenzato profondamente la sua generazione. Un genio che si rivela anche nelle rare interviste concesse alla televisione.



A questo progetto artistico, si affiancano le normali attività che si svolgono, in genere, nei locali, tra le quali   la possibilità di organizzare feste a tema e  feste private. Tutto questo, unito alle peculiarità di questo straordinario locale, rende evidente la sua originalità che lo rende speciale e prezioso, un luogo dove il piacere di una serata in compagnia può coesistere con la sensibilizzazione al mondo dell'arte.